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Se questo è possibile, lo dobbiamo anche a progetti sviluppati da persone che lavorano in Italia.
Ma ancora per poco.
Il 7 Aprile scade il tempo per trovare un’ intesa sulla procedurà di mobilità avviata da Micron nei confronti di 419 persone, in gran parte laureati o diplomati in discipline tecnico-scientifiche: ingegneri elettronici, laureati in fisica con Phd, diplomati all’Istituto Tecnico di Elettronica.
Fra 13 giorni un pezzo importante dell’ hi tech italiano rischia di scomparire da Agrate Brianza, Arzano, Avezzano e Catania: brevetti e tecnolgie sviluppate da ricercatori italiani voleranno altrove, portandosi dietro tutto l’indotto generato in questi anni.
Persone altamente qualificate, formate dall’ Università italiana, cresciute in un’ altra grande realtà tecnologica italiana, STMicroelectronics, se ne andranno dal Paese in cerca di investimenti, in cerca di piani industriali seri, come Horizon2020.
Aprendo la strada al prossimo caso Micron, e poi ad un altro, e ad un altro ancora.
Fino ad esaurimento scorte.
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