(Dis)corso di fotografia – Foto in luce artificiale: il bilanciamento del bianco

Come si suol dire, un esempio vale più di mille parole.
Vediamo come ho realizzato questa immagine.

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1. L’ idea

Solo due parole sul libro: “Generazione no risk” di Orazio Carabini, Fazi Editore.
Dopo i crac degli ultimi anni, i risparmiatori hanno paura.
Che fare? Carabini cerca di spiegare come imparare a difendersi.

Ho voluto infilare un paio di banconote tra le pagine per richiamare l’ immagine di copertina: soldi che fuoriescono da un rettangolo bianco, libro o materasso che sia.

Buona o no, questa era la mia idea… vediamo come l’ ho realizzata.
…niente paura, è più lungo a dirsi che a farsi!

luce_artificiale_012. Il cavalletto
Per fotografare in luce artificiale mi servivano dei tempi di esposizione lenti: ho usato un cavalletto per evitare di ottenere una foto mossa.

3. L’ autoscatto
Cavalletto o no, al momento di scattare, la pressione del dito sul pulsante di scatto può causare vibrazioni: meglio usare l’ autoscatto.

4. Lo stabilizzatore
La macchina è ben fissa sul cavalletto; non mi serve il sistema di stabillzazione dell’ obiettivo; lo disattivo per evitare che crei problemi cercando di compensare delle vibrazioni che non ci sono.

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5. Faccio un primo scatto “d’ assaggio”

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La copertina del libro è bianca, ma nella foto risulta giallina. Perchè?
Sto lavorando sotto la luce artificiale di una lampadina,
e questo tende a dare una colorazione giallognola all’ immagine.
I nostri occhi, o meglio il nostro cervello, compensano automaticamente questo effetto, facendoci vedere bianco quello che ci aspettiamo che sia bianco.

La fotocamera è un pò meno sgamata: fino ad un certo punto riesce a regolarsi da sola in modalità AWB (=automatic white balance), ma in condizioni incerte dobbiamo dirglielo noi come regolarsi.

Vediamo allora come personalizzare il bilanciamento del bianco su una reflex digitale, usando il “Custom WB” (ho usato una Canon EOS 40D, ma la procedura è identica anche per altre reflex Canon, e molto simile per i modelli Nikon, Sony o altro…)

6. Regolo il bilanciamento del bianco
Potrei usare il setting predefinito “luce incandescente”, ma in realtà sono sotto tre luci a risparmio energetico che tirano un pò verso il neon, e non mi fido.
…e poi ne voglio approfittarne x spiegare come si usa il Custom WB 🙂

Ho bisogno di un punto di riferimento: prendo un foglio di carta e lo uso come campione, per poter dire alla fotocamera: “guarda che questo colore è il bianco vero. Regolati di conseguenza. Devi aggiustare tutti i tuoi sistemi per fare in modo che, fotografando questo foglio, esca un colore bianco”.

Per fare questo lavoro ci vorrebbe il leggendario “cartoncino grigio neutro al 18%”, ma anche un foglio di carta bianca va benissimo.

a.
Fotografo il foglio bianco. Deve occupare tutta la parte centrale dell’ immagine, perchè la macchina non abbia dubbi: la reflex non deve pensare che sia il legno del tavolo ad essere bianco!
La cosa migliore è riempire tutta l’ inquadratura con il foglio.

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b.
Seleziono “Custom White Balance” (=personalizza il bilanciamento del bianco).

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Mi viene chiesto quale foto voglio usare come riferimento. Seleziono quella del foglio bianco che ho appena scattato e confermo (su EOS 40D/350D, premo SET).

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Attenzione! Non ho ancora finito! Come mi ricorda la macchina, devo ancora impostare il bilanciamento su Custom.

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Seleziono quindi “White balance” e imposto “Custom”.

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7. Faccio un secondo scatto

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Il bianco ora è a posto, ma la foto non mi soddisfa. Ho scattato in automatico, e la macchina ha regolato il diaframma f/5.6.
Questo mi pa perdere profondità’ di campo.

(per capire profondità di campo e diaframma, vedere il post Corso di fotografia – Sfuocare lo sfondo per fare un buon ritratto: la modalità Av.)

Sto usando 60mm di focale e sono molto vicino al soggetto, quindi la zona di nitidezza è molto ridotta: il titolo è nitido, ma il nome dell’ autore e le banconote sono sfuocati.
La sfocatura si nota addirittura sul sottotitolo: “risparmiatori” è nitido, “elementi” no.

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Più uso focali lunghe, più la zona nitida è ridotta (vedere il post Profondità di campo e lunghezza focale)

8. Il diaframma
Seleziono il programma Av e chiudo il diaframma. f/16 può bastare.

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Ora la nitidezza è migliore.

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9. Copro l’ oculare
Un’ ulteriore cautela: quando si scatta senza avere l’ occhio attaccato al mirino, la luce che entra proprio dal mirino può falsare l’ esposizione. Per questo è bene tenere coperto l’ oculare al momento dello scatto.

Per farlo, potete usare il copri-oculare, che in genere è infilato nella tracolla della reflex: dovete togliere l’ oculare standard e sostituirlo col coprioculare. Basta un attimo.

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Se volete farla più breve potete usare qualsiasi altra cosa, come un foglio di carta o la manica del maglione, per non far entrare luce nel mirino.
Il coprioculare però vi dà il vantaggio che una volta sistemato, non correte più il rischio di urtare la macchina, facendola vibrare e ottenendo una foto mossa.

Et voilà… ecco il risultato finale.

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Si potrebbe migliorare il risultato? Certo. Questo esempio non pretende di essere esaustivo; vuole solo dare qualche indicazione su come fotografare in luce artificiale usando cavalletto, bilanciamento del bianco, priorità dei diaframmi e coprioculare.

Qualcuno potrebbe chiedersi… “perche’ non hai usato il flash? avresti evitato di usare il cavalletto, il custom WB e tutto il conseguente ambaradan”.
Risposta: la copertina del libro è abbastanza lucida da riflettere il lampo del flash, creando una chiazza abbagliante.
Inoltre, l’ esposizione con il flash causa sempre un’ illuminazione meno uniforme, con zone più chiare ed altre più scure. A questo punto bisognerebbe usare altri accorgimenti, come un flash con testa ruotabile, magari un pannello riflettente e via discorrendo.
Non essendo in uno studio atterezzato e volendo farla semplice,
la luce della lampadina è la strada più diretta, almeno a mio modesto avviso.

Insomma, una foto apparentemente semplice, ma che richiede un po’ di accorgimenti …piu’ lunghi a dirsi che a farsi! (…soprattutto se ad ogni passo dovete fermarvi a fotografare quello che state facendo per poi scriverlo su un blog, eh eh… 🙂 )

Riassumendo:

– L’ idea
– Il cavalletto
– L’ autoscatto
– Lo stabilizzatore
– Il bilanciamento del bianco
– Il diaframma
– Il copri-oculare

L’ atttezzatura:

– una reflex
– un cavalletto
– …e un libro! 🙂

Avrei potuto usare una compatta invece di una reflex? Non del tutto…

Il punto debole sarebbe stato il diaframma, che in genere le compatte non permettono di regolare manualmente.

Volendo usare una compatta avrei provato ad illuminare meglio la scena: con più luce, una compatta avrebbe (forse) chiuso di più il diaframma, dando più profondità di campo. …una tecnica da verificare, dato che gli automatismi delle compatte sono piuttosto imprevedibili.

Molto bene… e adesso posso iniziare a leggere il libro!! 🙂

7 Replies to “(Dis)corso di fotografia – Foto in luce artificiale: il bilanciamento del bianco”

  1. ottima guida!é proprio quello che mi ci voleva per apprendere un pò di tecnica ma con termini semplici e comprensibili!

  2. scusa se intervengo di nuovo: qualche chiarimento sui tempi di esposizione e interfacciamento con il diaframma sarebbe possibile? ci sbatto spesso la testa!!!

  3. Pingback: :-€ | Foxphoto

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